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il dio Marte

 

GEROLAMO CARDANO

vedi la carta del cielo di Gerolamo Cardano

Gerolamo Cardano nasce a Pavia il 24 settembre 1501. Il padre Fazio, originario di Cardano presso Gallarate, aveva allora 56 anni. Si era laureato in medicina a Pavia ed era entrato a far parte del Collegio dei Giureconsulti. Insegnava alle Scuole Piatti, ed e' citato da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico (foglio 225) a proposito di un libro di matematica. Tra le sue opere va ricordato il commento al De perspectivis communis di Peckham, scritto nel 1480, uno dei testi piu' importanti sulla teoria della prospettiva. Personaggio curioso e in fama di mago, Fazio vestiva sempre di rosso con una cappa nera; forse era anche un po' alchimista, vista la sua amicizia con il fabbro milanese Galeazzo Rossi, abilissimo nel creare straordinarie leghe d'acciaio e forse anche lui alchimista (quando il fabbro morira' alcuni anni dopo, Gerolamo sentira' battere un gran colpo nel muro).

La madre di Gerolamo, Clara Micheria, nel 1501 aveva 36 anni. Non era sposata con Fazio per cui, quando era rimasta incinta, per nascondere la gravidanza aveva dovuto trasferirsi a Pavia da un padrino - Isidoro Resta - fingendosi la sua governante e li' aveva messo al mondo Gerolamo.

Di genitori milanesi, Gerolamo nasce dunque a Pavia. Subito dopo la nascita, per sfuggire alla peste che imperversava, viene portato a Moirago dove resta a balia per tre anni, finche' nel 1504 viene portato a Milano dove vive con la madre e la zia Margherita. Qualche tempo dopo, Fazio e Clara decidono di convivere e cosi' la famiglia finalmente riunita va ad abitare in via Arena.

Fin da bambino Gerolamo si dimostra dotato di grande spirito di osservazione e di una fervida immaginazione: al mattino nel dormiveglia passa molto tempo ad osservare diafani cerchietti che scorrono davanti ai suoi occhi prendendo varie forme. A otto anni inizia il lavoro. Deve accompagnare il padre dai clienti portando sulle braccia pesanti volumi, ma queste fatiche lo costringono spesso a mettersi a letto ammalato. In questi anni la famiglia cambia casa piu' volte, alla fine si stabilisce presso un parente "vicino al mulino dei Bossi". Dagli otto ai sedici anni, Gerolamo, sempre lavorando, impara dal padre a leggere e scrivere, la matematica e "certe nozioni quasi occulte". Dalla madre impara la musica che continuera' ad amare molto per tutta la vita.

 

 

GLI STUDI UNIVERSITARI

A sedici anni impara a usare le armi, a cavalcare, a nuotare e diviene abilissimo nel gioco delle carte, dei dadi e degli scacchi. Nel 1520 si iscrive all'universita' di Pavia, alla facolta' di Giurisprudenza, su consiglio del padre che la considera la carriera piu' redditizia. A Pavia gira di notte per la citta' con la faccia coperta da un velo nero e con il pugnale alla cintura: un'abitudine che avrebbe mantenuto per tutta la vita. Gli interessi verso l'occulto stanno ormai prevalendo. Nel 1521 compra da uno "sconosciuto" un Apuleio in latino, lo legge durante tutta la notte e il giorno dopo ha imparato a leggere e scrivere in latino. Quasi contemporaneamente impara nello stesso modo il greco, lo spagnolo e il francese (solo per la lettura). E' ormai il momento di abbandonare l'arida giurisprudenza per esplorare i piu' allettanti territori della filosofia e della medicina. A filosofia, tra l'altro, insegnava Paolo Ricci (Paulus Riccius), ebreo convertito, medico dell'imperatore Massimiliano I e famoso divulgatore della cabala ebraica. L'anno seguente pero' l'universita' di Pavia deve chiudere i battenti per la guerra tra imperiali e francesi che infuria in tutta la Lombardia. Cardano si trasferisce a Padova dove nel 1524 consegue il bacellierato "in artibus", cioe' medicina e filosofia. In questo stesso anno muore il padre Fazio che viene sepolto in S. Marco con una lapide dettata da Gerolamo che portava questa scritta:

la scritta incisa sulla lapide di Fazio Cardano, padre di Gerolamo

Data la magra eredita' (per giunta contrastata da cause con i Castiglioni e i Barbiano) per mantenersi ricorre al gioco, una passione che lo porta a scrivere in volgare la prima versione del De ludis, un libretto dove si affrontano per la prima volta i problemi matematici della teoria della probabilita'.

In questo periodo avverte i primi segni prodigiosi che lo fanno sempre piu' avvicinare al mondo dell'occulto: per esempio, sente un ronzio all'orecchio destro se parlano bene di lui, all'orecchio sinistro se parlano male. Nel 1526 si laurea in medicina a Padova e nel settembre dello stesso anno grazie a Francesco Bonafede, fondatore dell'Orto botanico di Padova, si stabilisce a Sacco (Saccolongo) per esercitare la professione. Continua a giocare, scrive alcuni libri sul Metodo di cura, sull'Epidemia e sulla Chiromanzia. I primi due, dice il Cardano, vengono distrutti "dall'orina dei gatti", cioe' dal suo stesso disinteresse.

 

 

LA CONQUISTA DELLA FAMA

Con la pace di Cambrai e il ritorno di Francesco II Sforza la guerra in Lombardia e' finita e si puo' rientrare a Milano. Gerolamo va ad abitare a S. Michele alla Chiusa, nella casa della madre ormai stanca e ammalata. Siamo nel momento di piu' vivo interesse in Europa per la magia, e anche lui inizia a sentire attorno a se' uno "splendore" che lo protegge e lo aiuta. Il 30 dicembre 1530 chiede di essere ammesso al Collegio dei fisici di Milano per poter esercitare la medicina, ma la domanda e' respinta perche' e' illegittimo di nascita e non conta il fatto di essere stato legittimato dopo il tardivo matrimonio dei suoi genitori. Deluso torna a Sacco. Qui, nel corso di una malattia, sente la sua carne "odorare di zolfo, d'incenso e di altre sostanze". E' un segno premonitore e infausto del matrimonio. Poco dopo infatti conosce una ragazza di Sacco, Lucia Banderini, che alla fine dell'anno sara' la sua sposa.

Formata una famiglia, bisogna cercare la possibilita' di carriera migliori di quelle offerte da un piccolo paese di campagna. Torna quindi a Milano e ripete la domanda di ammissione al Collegio dei Fisici, che viene ancora bocciata. Si trasferisce allora con la moglie a Gallarate dove puo' esercitare la professione e puo' sperare in qualche aiuto da parte dei Castiglioni di Cardano, suoi lontani parenti.

A Gallarate gli nasce il primogenito Giovanni Battista e fa la conoscenza di Filippo Archinto, il futuro arcivescovo di Milano appassionato di magia e astrologia, che gli commissiona due libri: uno sui testi magici di Agrippa di Nettesheim (De occulta philosophia Agrippae) e uno sull'astrologia (De astrorum judiciis). Ma le risorse della famiglia restano sempre scarse, anzi scarsissime, e i tentativi di porvi rimedio con il gioco si traducono in ulteriori perdite di soldi. Cosi' torna di nuovo a Milano dove si riduce a vivere con la moglie e il figlio in un ospizio (xenodochio) che costa sette scudi all'anno di affitto. (Lo stipendio di un servo era di 5 scudi al mese) E' il punto piu' basso di una carriera che da qui in poi comincera' rapidamente a salire. Verso la fine del 1534 l'Archinto gli fa avere una cattedra di geometria, aritmetica e astronomia alle Scuole Piatti per 50 scudi l'anno. Insegnava nei giorni festivi. Con questo stipendio puo' affittare una casa. Fa mille lavori, cura in modo semiclandestino i canonici di Sant'Agostino e il loro priore Francesco Gaddi. Grazie sempre all'Archinto, stringe molte amicizie con persone influenti di Milano, scrive saggi su Euclide, Tolomeo, sul De Sphera mundi di John Halifax (Sacrobosco).

Nel giugno 1535, il Collegio dei Fisici, pur non accogliendolo tra i membri effettivi, gli consente di praticare l'arte medica. Inizia a curare persone influenti di Milano tra cui la famiglia Borromeo, - salvando anche la vita alla madre del futuro San Carlo, ammalatasi gravemente dopo un parto -, e la famiglia di Francesco Sfondrati, uno dei cui figli diventera' papa con il nome di Gregorio XIV.

Nel 1537 gli nasce la figlia Clara e gli muore la madre. Ospita come valletto un ragazzo di 15 anni, Ludovico Ferrari, e lo educa alla matematica. L'insegnamento della matematica sembra dirottare in questa direzione i suoi pensieri.

frontespizio del Trattato di Tartaglia

Due anni dopo si incontra con Tartaglia che gli rivela il suo metodo segreto di risoluzione delle equazioni cubiche. La pubblicazione di questo segreto procurera' al Cardano una enorme fama e le aspre rimostranze del Tartaglia.

Il 14 agosto 1539, grazie allo Sfondrati e ad altri amici, ottiene finalmente l'ammissione al Collegio dei Fisici di Milano.

Dopo cinque anni la situazione e' completamente cambiata. Le entrate sono soddisfacenti e gode di una certa fama come studioso. Il tipografo di Norimberga Joannes Petreius gli chiede di poter pubblicare qualche sua opera che sarebbe stata curata dal grande umanista e teologo Andreas Osiander. Cardano invia il De astrorum judiciis e in seguito altre opere. Diventa presto rettore del Collegio dei fisici e ha l'onore di reggerne lo stendardo per l'ingresso di Carlo V a Milano.

Quando nel 1543 l'universita' di Pavia si trasferisce a Milano per paura di una nuova guerra con la Francia, Cardano accetta la cattedra di medicina, ma pensa di rinunciarvi, quando l'anno dopo gli chiedono di proseguire nell'incarico a Pavia, dove l'Universita' sta per ritornare.

La notte prima del suo rifiuto crolla pero' parte della sua casa in S. Michele alla Chiusa e questo evento viene interpretato come un segno favorevole al trasferimento.

Dal 1545 e' a Pavia, ormai ricco e famoso. Pubblica a Norimberga l'Ars Magna il suo testo piu' geniale, che contiene le soluzioni matematiche prima ricordate. Diviene amico di Andrea Alciato appena rientrato a Pavia dove morira' nel 1550. Il re di Danimarca, su consiglio del oroscopo del Vesalio stilato da Gerolamo CardanoVesalio, gli offre di trasferirsi presso di lui per 1300 scudi l'anno, ma Cardano rifiuta. Scrive i consigli per i figli e una raccolta di favole De le burle calde. Si occupa di fisiognomica che lui chiama Metoposcopia, lettura del volto (soprattutto le pieghe della fronte) con metodi affini a quelli usati per la mano. Nel 1550 pubblica a Norimberga il De subtilitate, il libro che gli procura maggior fama tra i contemporanei. Viene ripubblicato l'anno seguente a Parigi, Londra e Basilea. E' una sorta di enciclopedia dello scibile in 21 libri (fisica, astronomia, metalli, pietre, piante, animali, uomini, scienze, arti, miracoli, demoni, sostanze prime, Dio e l'universo). L'anno seguente lascia Pavia e torna a Milano, una citta' che si sta avviando verso una nuova stagione di benessere e dove fervono i lavori per i nuovi Bastioni voluti da Filippo II e dal Gonzaga.

medaglia di Gerolamo Cardano (1550)In novembre arriva una lettera del medico di John Hamilthon primate di Scozia che gli chiede consiglio su come curare il vescovo. E' ormai ora di farsi conoscere in Europa. Il 22 febbraio 1552 Cardano parte da Milano e dopo un breve soggiorno a Lione riparte per Parigi dove incontra i medici Fernelius e Silvius e altri studiosi, ma la citta' non gli piace. Il 3 giugno giunge a Londra e dopo altri 23 giorni e' ad Edimburgo. Guarisce il vescovo che soffriva d'asma con diete, bagni, riposi e altre prescrizioni tra cui quella di evitare i cuscini di piuma. Il 13 settembre, dopo aver rifiutato le offerte della reggente Maria di Lorena, riparte per Londra con 1.400 scudi.
A Londra incontra Edoardo VI (quello del racconto Il principe e il povero di Mark Twain) e ne compila l'oroscopo prevedendo una vita tormentata ma lunga. Il giovane re invece morira' dopo pochi mesi. Torna a Milano passando per l'Olanda, il Reno, Basilea, Berna. Il 3 gennaio 1553, ormai famoso, rientra a Milano dal suo lungo viaggio. Il cardinale Ercole Gonzaga, reggente del ducato di Mantova e fratello di Ferrante, gli offre di entrare al suo servizio per 30.000 scudi all'anno, ma Gerolamo preferisce restare libero di continuare i propri studi nella vecchia casa di S. Michele alla Chiusa. Dedica a John Hamilthon il commento al Tetrabiblos di Tolomeo, che riporta in appendice alcuni oroscopi tra cui quello di Cristo. E' un segno di grande sicurezza da parte sua. Coloro che prima di lui, nel Trecento, avevano tentato la stessa operazione, erano finiti sul rogo. Viene stampato a Basilea il De rerum varietate in 17 libri, dove si parla tra l'altro del giunto cardanico.

 

 

LA TRAGEDIA DEL FIGLIO

Anche sul versante della famiglia le cose si stanno evolvendo, ma non sempre felicemente. La figlia Clara fa un buon matrimonio con il patrizio Bartolomeo Sacco. Molto piu' inquietanti sono invece le vicende matrimoniali del primogenito Gianbattista. Il 20 dicembre 1557 il Cardano ha una visione premonitrice della morte del figlio. Il giorno seguente, all'insaputa e contro la volonta' del padre, Gianbattista sposa Brandonia de' Seroni, una ragazza appartenente ad una famiglia molto poco raccomandabile. Cardano non vuole ricevere in casa la coppia che deve vivere con pochissimi mezzi. Quando nasce il primo figlio, Fazio, il Cardano si e' di nuovo trasferito a Pavia riprendendo la cattedra di medicina.

Nel 1560 scoppia la tragedia, preannunciata da una sogno funesto. La moglie di Gianbattista, dopo aver partorito un secondo figlio, rivela al marito che i due bambini erano figli di due suoi amanti. Poco dopo muore avvelenata e Giambattista viene arrestato e processato per uxoricidio. Il Cardano da questo momento avverte nell'anulare un segno che gli annuncia l'imminente morte del figlio, torna a Milano per difenderlo, ma tutti i suoi sforzi sono inutili: il 9 aprile Giambattista viene decapitato in carcere. Il segno sull'anulare scompare quella stessa notte. E' il momento in cui il potere magico del Cardano si fa piu' intenso ed evidente. La sua ira contro gli accusatori del figlio provoca loro una serie di disgrazie, che arrivano a colpire persino il governatore. Cardano, affranto per quanto e' accaduto, su suggerimento del suo "genio", trova temporaneo sollievo al suo dolore tenendo in bocca lo smeraldo della sua collana. Sono di questo periodo i suoi scritti piu' "neri": il Theonoston sull'immortalita' dell'anima, il De utilitate ex adversis capienda, il De Secretis e l' Encomium Neronis.

 

 

GLI ULTIMI ANNI

La morte infamante del figlio getta un'ombra anche sul padre e subito ne approfittano i molti nemici del Cardano. I professori di Pavia che mirano a prendere il suo posto lanciano su di lui pesanti accuse, tra cui quella di pederastia e intrigano forse addirittura per ucciderlo. A Milano e' accusato di eresia, ma le accuse vengono stroncate dai suoi due importanti protettori: il cardinale Morone e il giovane Carlo Borromeo, appena salito agli onori grazie allo zio Pio IV. E' lo stesso Carlo Borromeo a insistere perche' Cardano lasci Pavia e assuma la cattedra di medicina a Bologna. Dopo molte trattative e difficolta' frapposte dai professori di questa universita', l'11 giugno 1562 Cardano si dimette da Pavia e si trasferisce a Bologna come professore di medicina per 521 scudi l'anno. Per ringraziarlo, dedica al Borromeo la sua nuova opera, il Libro dei sogni (Omnis generis insomnia explicantes libri IIII). A Bologna vive con il nipotino Fazio da principio in varie case d'affitto, poi in una casa di sua proprieta' vicino alla chiesa di S. Giovanni in Monte. Ha molto successo come medico, dimostrando una straordinaria capacita' diagnostica. Poiche' la passione del gioco non l'ha ancora abbandonato, ne inventa uno piuttosto macabro: le scommesse pubbliche sulle cause di morte. Quando moriva qualche suo paziente accettava scommesse sulla malattia che aveva causato il decesso. Vinceva o perdeva in base ai risultati dell'autopsia. Il suo grande impegno come medico in questi anni si traduce nella pubblicazione di alcuni libri di medicina dedicati a Pio IV e nella stesura del De natura (postumo) ultimo suo trattato filosofico sui corpi e l'anima.

Dal 1562 al 1570 gli anni trascorrono abbastanza felicemente tra lo studio, l'insegnamento e l'esercizio della professione, pero' attorno a lui il clima sta mutando. La chiusura del Concilio di Trento e l'avvio della Controriforma segnano la fine delle illusioni rinascimentali di una religione capace di conciliare ermetismo magico e teologia. Per i maghi iniziano i tempi duri. Il 6 ottobre viene arrestato dal Sant'Uffizio per eresia, resta in carcere 77 giorni e poi ottiene di commutare la prigione con gli arresti domiciliari versando una cauzione di 1800 scudi. Dopo tre mesi, il 18 febbraio 1571, ha luogo il processo che si risolve con una condanna mite grazie alla sua tarda eta', ai suoi protettori (Morone e Borromeo) e alla sua grande fama come medico: deve abiurare (privatamente) da alcuni errori del De rerum varietate; non deve piu' pubblicare ne' insegnare. Lasciato l'insegnamento, resta per un po' a Bologna come medico. A settembre con il fedele Silvestri (che diventera' medico personale e amico di S. Filippo Neri) e il nipote Fazio si trasferisce a Roma, dove abita in diverse zone della citta'. Cura molti prelati e cardinali, e ottiene dal nuovo papa Gregorio XIII una pensione. Sono anni di solitudine e di amare considerazioni sugli uomini: "quale uomo mi potresti proporre che non si porti sempre appresso una borsa d'escrementi e un otre d'orina?". Esprime il desiderio di trascorrere la vecchiaia in luoghi felici dichiarando una serie di preferenze assai curiose: in Italia all'Aquila o a Porto Venere, fuori d'Italia a Monte S. Giuliano in Sicilia, a Dieppe sul fiume Arques, a Tempe in Tessaglia. Se fosse stato piu' giovane sarebbe andato in Cirenaica, in Palestina o nell'isola di Ceylon.

Nell' autunno del 1575 inizia a scrivere la sua celebre autobiografia "De vita propria" terminata nel maggio dell'anno successivo. Verra' pubblicata a Lione nel 1642. In estate redige l'ultimo testamento lasciando al nipote Fazio un patrimonio valutato 8100 scudi, incluse le case di Pavia e di Bologna. Al terzogenito Aldo, vissuto sempre in modo molto scombinato, va una piccola pensione. Vuole essere sepolto a Milano in S. Marco accanto al padre e al figlio Gianbattista. Aveva previsto la propria morte per il 5 dicembre 1573 e invece muore a Roma forse il 20 settembre 1576. Poiche' a Milano infuriava la famosa peste di San Carlo non viene subito trasportato a S. Marco, ma e' sepolto provvisoriamente in S. Andrea a Roma. Non si sa dove sia la sua tomba definitiva.

 

la teoria dei Sogni secondo Gerolamo Cardano

 

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disponibile, per gli studiosi e i visitatori, il download di due Opere importanti di Gerrolamo Cardano

De Astrorum Iudiciis

L'importante Opera del medico, filosofo e astrologo Pavese Gerolamo Cardano che comprende fra le altre pregevoli esposizioni di ordine astrologico e i temi di nascita di personaggi famosi dell'epoca, anche la genitura di Gesu Cristo che gli costera', nel 1570, l'accusa di eresia. La copia proposta e' quella del libro stampato a Basilea nel Settembre del 1578 da Henrichus Petrus
 
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Synesiorum somniorum libri IIII

Il pregevole e innotavivo, per il suo tempo, trattato sui sogni di Gerolamo Cardano stampato a Basilea nel 1585 da Henrichus Petrus e conservato presso la BayerischeStaatsBibliothek
 
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