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il dio Marte

 

"MYSTERIUM COSMOGRAPHICUM"

Giovanni Keplero
vedi la carta del cielo di Johannes Kepler

 

uest'opera, apparsa nel 1596, e' di grande interesse per due motivi molto diversi. Da una parte Keplero espone in maniera molto chiara la teoria Copernicana, mostrandone i vantaggi rispetto a quella Tolemaica; in secondo luogo ci rivela un'aspetto del suo pensiero, estremamente fertile legato alle concezioni astrologiche e cabalistiche.

Egli ritenne di dover necessariamente dare una spiegazione convincente del perche' i raggi e le eccentricita' delle orbite dei pianeti abbiano quei particolari valori e non altri. Il suo tentativo di affrontare questo problema fu indubbiamente considerevole.

Keplero immagino' dapprima una serie di sfere e di cubi alternativamente inscritti uno nell'altro e suppose una proporzionalita' tra i raggi delle sfere e i raggi delle orbite planetarie. In questo modo egli cercava una spiegazione dei valori delle orbite.

illustrazione del Mysterium Cosmographicum - tavola III -

La sequenza di sfere e cubi non soddisfaceva pero' pienamente la sua ipotesi e, guidato come sempre dall'idea che la teoria deve accordarsi con l'osservazione perfettamente o, almeno, entro entro i limiti degli errori, prosegui' complicando tale struttura geometrica al punto di ottenere una situazione di questo tipo (dall'esterno all'interno):

- una prima sfera
- un cubo
- una seconda sfera
- un cubo
- una terza sfera
- un tetraedro
- una quarta sfera
- un icosaedro
- una quinta sfera
- un ottaedro
- un cerchio inscritto nell'ottaedro

Poi sostitui' due sfere per ogni singola sfera, prese cioe', due sfere per ogni pianeta che rappresentavano il valore massimo e il valore minimo della distanza del pianeta dal centro.

"Ubi materia, ibi geometria"

 


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