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PHILIPPUS AURELIUS TEOPHRASTUS BOMBASTUS VON HOENHEIM
- PARACELSO -

vedi la carta del cielo di Paracelso

"Se gli alchimisti conoscessero cio' che contiene Saturno essi abbandonerebbero tutte le altre materie per lavorare solo su di esso"


Oggi e' considerato il patrono dei farmacisti e degli erboristi; il suo nome e' spesso abbinato a preparazioni officinali e fitoterapiche. E' addirittura sponsor di un treno Intercity. Ma chi era realmente questo personaggio divenuto leggendario gia' pochi anni dopo la sua morte ?

Theophrast von Hohenheim, detto Paracelso, nasce a Einsiedeln nel 1493. Il padre Wilhelm vi esercita la professione medica, la madre muore poco dopo la sua nascita. Si hanno poche notizie certe sulla sua vita. Trascorre a Einsieldeln i primi anni della sua infanzia, frequenta, forse, come studente girovago varie universita' europee da Tubingen a Heidelberg, da Wittenberg a Ingolstadt, da Monaco a Ferrara.

Fu anche allievo di Giovanni Tritemio che sembra averlo introdotto alla occulta philosophia (astrologia, alchimia, qabbalah cristiana). Intorno agli anni '20 si trova nel Tirolo per studiare le miniere, le caratteristiche dei minerali e le malattie dei minatori; inoltre compie un ciclo di peregrinazioni che lo condurranno, come medico militare, al seguito di diversi eserciti in vari paesi d'Europa.

Intorno al 1527 guarisce Erasmo da Rotterdam e Ecolampadio il quale gli fa ottenere il doppio incarico di medico municipale e di insegnante all'Universita' di Basilea. Dopo poco ha inizio un nuovo pellegrinaggio che lo portera' nel 1530 ad essere ospite del barone von Stauff nei pressi di Regensburg dove lo raggiunge la notizia che il Consiglio municipale di Norimberga ha decretato il divieto di pubblicare altri suoi scritti sulla sifilide.

Costretto dal suo destino personale, da problemi giudiziari causatigli perlopiu' dalla coerenza, perseguitato dai suoi nemici, Paracelso peregrina di citta' in citta' e muore a Salisburgo il 24 settembre del 1541 (si presume ucciso in una stanza della "Locanda al Cavallo Bianco" *) pochi giorni dopo aver dettato a un notaio il suo testamento in cui lascia i suoi scarsi beni a un paio di amici e ai poveri della citta'.

lapide di Paracelso nel cimitero di San Sebastiano a Salisburgo dove i resti riposano dal 1725

Qui giace sepolto
PHILIPPUS THEOPHRASTUS
L'eccellente dottore in medicina
che curo' con miracolosa arte
ferite gravi, lebbra, idropisia e altre insanabili malattie
e che distribui' tutti i suoi averi tra i piu' poveri
Nell'anno 1541, il giorno 24 di settembre
ha scambiato la vita con la morte
PAX VIVIS, REQUIES AETERNA SEPULTIS
___________________

 

Si narra anche che, poco prima di dipartire, Paracelso abbia chiamato il suo fedele servitore Oporinus e, porgendogli una urna contenente della strana polvere, gli abbia detto: "non appena il mio corpo sara' freddo, lo taglierai a pezzi, il piu' piccoli possibili e lo cospargerai con questa polvere. Riporrai tutto in una cassa chiudendola accuratamente. Ricordati di non aprire assolutamente la cassa prima che siano trascorsi nove mesi !" Il servitore promise, e quando fu il momento, esegui' alla lettera gli ordini del "Maestro". Ma la curiosita' ebbe la meglio sulla promessa. E, la cassa venne aperta dopo soli 6 mesi. Con sorpresa e raccapriccio il servitore vide all'interno un esserino completamente formato che alle prime boccate d'aria spiro'. Se il servitore disubbidiente avesse obbedito - almeno cosi' si dice - Paracelso e la sua arte sarebbero rinati.

 

Periodo storico

Il Rinascimento e' la culla dell'eta' moderna e della scienza moderna. Nel 1517 ha inizio la "riforma protestante" iniziata da Lutero che porta in Europa una rivoluzione teologica.
Caratteristica del Rinascimento e' il naturalismo - come indagine filosofica sulla concezione pero' di una natura di tipo animistico o sulla magia e l'astrologia - connessa sia con l'aristotelismo - sia con la metafisica neoplatonica.

 

Pensiero

I suoi nemici lo descrivono come un ubriacone, un beone, un negromante, un imbroglione, accusato di essere dedito a pratiche diaboliche.

Il suo desiderio di diffondere il piu' possibile quella che per lui e' la verita', il suo pensiero, le sue teorie agli altri, lo porta a scrivere di tutto e su tutto in quanto a nulla non ha pensato e di cio' che ha pensato ha detto sempre qualcosa di nuovo.

Le sue teorie hanno ispirato i testi rosacrociani del 1614-15 la Fama Fraternitatis e la Confessio Fraternitatis; il mistico Jakob Bohme, il fondatore dell'omeopatia Hahnemann, filosofi come Francesco Bacone, Novalis, Lessing; poeti come Goethe. Le sue opere sono ancora oggi studiate e interpretate in piu' campi del pensiero contemporaneo.

Di Paracelso C.G.Jung, in "Paracelso come medico" scrive: "Egli agi' come un possente vento di tempesta che sradica e trascina nei suoi vortici tutto cio' che in qualche modo si lascia smuovere dal luogo consueto. Come un vulcano in eruzione, ha devastato e distrutto, ma anche fertilizzato e vivificato".

Secondo Jung Paracelso non e' conscio del grande conflitto che porta in se'. Infatti: "E' proprio alla costellazione degli opposti piu' potenti che Paracelso deve la sua energia pressoche' demoniaca la quale, lungi dall'essere un puro e semplice dono divino, si accompagna a una passionalita' impetuosa, alla sua litigiosita', avventatezza, impazienza e arroganza".

E ancora: "Il tema fondamentale del pensiero paracelsiano e' l'autonomia dell'esperienza della natura nei confronti dell'autorita' della tradizione. (...) Con il suo atteggiamento, Paracelso ha aperto la via alla ricerca scientifica, aiutando le conoscenze sulla natura a conseguire una posizione autonoma nei confronti dell'autorita' storica. Questo atto liberatorio fu assai fruttuoso, ma innesco' anche quel conflitto fra fede e conoscenza che avveleno' in particolar modo il clima culturale del diciannovesimo secolo." (da: "Paracelso come fenomeno spirituale").

Filosofo, chimico, medico, alchimista. Visto da molti come il pensatore del Rinascimento (la sua figura e' stata evocata da Goethe nel Dottor Faust) cerca d'incarnare in se' la figura del medico perfetto, esperto in ogni ramo dello scibile in quanto iniziato al segreto ultimo dell'uomo e della natura. Infatti per Paracelso: "Di ciascuna cosa si deve fare l'uso a cui e' destinata e non dobbiamo averne timore; Dio infatti e' il vero medico e la medicina stessa".

Chiamato il Lutero della medicina per il suo spirito rivoluzionario, nel testo "Paragranum" teorizza e fonda i quattro pilastri su cui la medicina si deve basare (teoria in antitesi alla medicina tradizionale da Avicenna a Galeno): la filosofia, l'alchimia, l'astronomia e le virtu' (prima fra tutte l'amore per il prossimo). Paracelso porta all'estrema conseguenza il concetto dell'analogia tra il macrocosmo e il microcosmo, sottolineando l'unita' del tutto in quanto, per Paracelso, nella scienza naturale: "benche' vi sono qui nomi distinti non vi sono arti o saperi cioe' scientiae distinti - l'uno infatti, e' in tutti."
il Paragranum di Paracelso stampato nel 1565

Anche se per Paracelso l'inizio dei tempi viene fatto coincidere con una "separazione originaria" prima della quale erano un'unica cosa il giorno e la notte, il sole e la luna, e tutti i metalli erano compresi in un solo corpo e i frutti in un identico seme. (Concetto tratto da "Delle terme naturali".)

Nel pensiero stesso di Paracelso "Non vi e' che un solo numero nel quale noi dovremmo vivere quaggiu': e' il numero uno, e non dovremmo contare oltre. La divinita' racchiude il numero tre, ma esso si riporta all'unita'. E cosi' noi, noi umani, dovremmo dedicarci solo ed unicamente al numero uno ed in questo numero vivere.
E in questo numero, ed in nessun altro, che ci e' serenita' e pace. Ogni numero piu' alto attira lotte e contese fra gli uni e gli altri. Quando uno che fa calcoli pone una cifra e lo fa piu' di una volta, quante colonne vi saranno, e quanto grande sara' il numero? Ecco la nostra miseria, ed il verme che ci rode. Che gioia e che fortuna, vivere nell'unita'! Anche i corpi celesti, la terra e tutte le cose hanno il loro corso in questo numero
".

Si puo' supporre che questo pensiero lo abbia ispirato e che pur nell'isolamento e nella derisione dei suoi contemporanei gli abbia consentito di rovesciare la logica del suo tempo e di giocare con essa, esasperandone la serieta' epistemologica della struttura ontologica umana consona evidentemente alle vicende introspettive dell'umanita' intera dell'epoca sua.

 

"NON SIA DI ALTRI CHI PUO' ESSER DI SE STESSO"

 

 


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