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"Se gli alchimisti conoscessero cio' che contiene Saturno essi abbandonerebbero tutte le altre materie per lavorare solo su di esso"
Oggi e' considerato il patrono dei farmacisti e degli erboristi; il suo nome e' spesso abbinato a preparazioni officinali e fitoterapiche. E' addirittura sponsor di un treno Intercity. Ma chi era realmente questo personaggio divenuto leggendario gia' pochi anni dopo la sua morte ?
Costretto dal suo destino personale, da problemi giudiziari causatigli perlopiu' dalla coerenza, perseguitato dai suoi nemici, Paracelso peregrina di citta' in citta' e muore a Salisburgo il 24 settembre del 1541 (si presume ucciso in una stanza della "Locanda al Cavallo Bianco" *) pochi giorni dopo aver dettato a un notaio il suo testamento in cui lascia i suoi scarsi beni a un paio di amici e ai poveri della citta'.
Si narra anche che, poco prima di dipartire, Paracelso abbia chiamato il suo fedele servitore Oporinus e, porgendogli una urna contenente della strana polvere, gli abbia detto: "non appena il mio corpo sara' freddo, lo taglierai a pezzi, il piu' piccoli possibili e lo cospargerai con questa polvere. Riporrai tutto in una cassa chiudendola accuratamente. Ricordati di non aprire assolutamente la cassa prima che siano trascorsi nove mesi !" Il servitore promise, e quando fu il momento, esegui' alla lettera gli ordini del "Maestro". Ma la curiosita' ebbe la meglio sulla promessa. E, la cassa venne aperta dopo soli 6 mesi. Con sorpresa e raccapriccio il servitore vide all'interno un esserino completamente formato che alle prime boccate d'aria spiro'. Se il servitore disubbidiente avesse obbedito - almeno cosi' si dice - Paracelso e la sua arte sarebbero rinati.
Periodo storico Il Rinascimento e' la culla dell'eta' moderna e della scienza moderna. Nel 1517 ha inizio la "riforma protestante" iniziata da Lutero che porta in Europa una rivoluzione teologica.
Pensiero I suoi nemici lo descrivono come un ubriacone, un beone, un negromante, un imbroglione, accusato di essere dedito a pratiche diaboliche. Il suo desiderio di diffondere il piu' possibile quella che per lui e' la verita', il suo pensiero, le sue teorie agli altri, lo porta a scrivere di tutto e su tutto in quanto a nulla non ha pensato e di cio' che ha pensato ha detto sempre qualcosa di nuovo. Le sue teorie hanno ispirato i testi rosacrociani del 1614-15 la Fama Fraternitatis e la Confessio Fraternitatis; il mistico Jakob Bohme, il fondatore dell'omeopatia Hahnemann, filosofi come Francesco Bacone, Novalis, Lessing; poeti come Goethe. Le sue opere sono ancora oggi studiate e interpretate in piu' campi del pensiero contemporaneo. Di Paracelso C.G.Jung, in "Paracelso come medico" scrive: "Egli agi' come un possente vento di tempesta che sradica e trascina nei suoi vortici tutto cio' che in qualche modo si lascia smuovere dal luogo consueto. Come un vulcano in eruzione, ha devastato e distrutto, ma anche fertilizzato e vivificato". Filosofo, chimico, medico, alchimista. Visto da molti come il pensatore del Rinascimento (la sua figura e' stata evocata da Goethe nel Dottor Faust) cerca d'incarnare in se' la figura del medico perfetto, esperto in ogni ramo dello scibile in quanto iniziato al segreto ultimo dell'uomo e della natura. Infatti per Paracelso: "Di ciascuna cosa si deve fare l'uso a cui e' destinata e non dobbiamo averne timore; Dio infatti e' il vero medico e la medicina stessa".
Anche se per Paracelso l'inizio dei tempi viene fatto coincidere con una "separazione originaria" prima della quale erano un'unica cosa il giorno e la notte, il sole e la luna, e tutti i metalli erano compresi in un solo corpo e i frutti in un identico seme. (Concetto tratto da "Delle terme naturali".) Nel pensiero stesso di Paracelso "Non vi e' che un solo numero nel quale noi dovremmo vivere quaggiu': e' il numero uno, e non dovremmo contare oltre. La divinita' racchiude il numero tre, ma esso si riporta all'unita'. E cosi' noi, noi umani, dovremmo dedicarci solo ed unicamente al numero uno ed in questo numero vivere. Si puo' supporre che questo pensiero lo abbia ispirato e che pur nell'isolamento e nella derisione dei suoi contemporanei gli abbia consentito di rovesciare la logica del suo tempo e di giocare con essa, esasperandone la serieta' epistemologica della struttura ontologica umana consona evidentemente alle vicende introspettive dell'umanita' intera dell'epoca sua.
"NON SIA DI ALTRI CHI PUO' ESSER DI SE STESSO"
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