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IPPARCO DI NICEA

 

Uno dei piu' grandi astronomi dell'antichita' nacque, secondo la tradizione, a Nicea in Bitinia (ora in Turchia) e probabilmente mori' nell'isola di Rodi. Fu il primo greco a sviluppare accurati modelli per spiegare il moto del Sole e della Luna, servendosi delle osservazioni e della conoscenza accumulate nei secoli dai Caldei babilonesi.

E' stato il primo, inoltre, a redigere una tavola trigonometrica che consentiva di risolvere qualsiasi triangolo. Grazie alle sue teorie sui moti del sole e della luna e alle sue nozioni di trigonometria, e' probabilmente stato il primo a sviluppare un affidabile metodo per la previsione delle eclissi solari.

Il suo operato include la scoperta della precessione, la compilazione del primo catalogo stellare, e probabilmente l'invenzione dell'astrolabio.

Nel suo primo catalogo stellare, Ipparco disegno' circa 1080 stelle, registrando per ognuna la latitudine e la longitudine sulla sfera celeste, con la precisione data dall'assenza di orologi, di telescopio o di altri strumenti moderni. Ipparco non trascuro' di indicare la luminosita' degli astri. Divise le stelle per luminosita' e le assegno' a sei gruppi. Al primo gruppo appartenevano le stelle di prima grandezza, al secondo gruppo quello un po' piu' deboli, e via via fino al sesto gruppo, al quale appartenevano le stelle piu' deboli visibili in una notte serena senza Luna da un uomo dalla vista perfetta.

Questo piu' che bi-millenario sistema di misurazione della luminosita' (magnitudine) degli astri, leggermente modificato nel corso del 1800, e' utilizzato ancora oggi.

Ipparco - raffigurazione -
una raffigurazione di Ipparco

Sebbene Ipparco abbia scritto almeno 14 libri, nessuno di essi e' giunto fino ai nostri giorni. Arato incluse nel suo poema un breve commentario di astronomia popolare di Ipparco. In conseguenza di cio', le nostre conoscenze su Ipparco sono relativamente limitate.

La maggior parte di quelle che abbiamo sulla vita e sulle opere di Ipparco, vengono dall'Almagesto di Tolomeo (II sec.), e da riferimenti minori che ci vengono da Pappus di Alessandria d'Egitto e Teone di Alessandria (IV sec.) nei loro rispettivi commentari sull'Almagesto, e da opere di Plinio il Vecchio ("Geografia" e "Storia Naturale" - I sec.).

Le esatte date della vita di Ipparco non sono note, ma Tolomeo gli attribuisce osservazioni astronomiche dal 147 a.C. al 127 a.C.; osservazioni piu' antiche a partire dal 162 a.C. possono anche essere attribuite a lui. La data della sua nascita (190 a.C. circa) e' stata calcolata da Delambre in base al lavoro di Ipparco. Ipparco deve essere vissuto oltre il 127 a.C. perche' ha pubblicato analisi delle sue ultime osservazioni. Ipparco ottenne informazioni da Alessandria e dalla Babilonia, ma non e' noto se e quando abbia visitato quei luoghii.

Non conosciamo l'aspetto di Ipparco in quanto non esistono suoi ritratti, anche se venne raffigurato in monete coniate in suo onore nel secondo e terzo secolo a.C.

Si ritiene che Ipparco sia morto nell'isola di Rodi, dove trascorse gran parte della sua vita matura. Tolomeo gli attribuisce osservazioni da Rodi nel periodo che corre tra il 141 e il 127 a.C.

I lavori principali di Ipparco non sono giunti a noi. Il suo unico lavoro giunto ai giorni nostri e' un commentario critico in due volumi su un poema popolare di Arato basato sul lavoro di Eudoxus. Ipparco fece inoltre una lista dei suoi lavori principali, dove menzionava circa 14 libri.

Ipparco e' riconosciuto come il padre della scienza astronomica. E' spesso citato come il piu' grande osservatore astronomico greco, e molti lo reputano il principale astronomo dei tempi antichi, sebbene Cicero desse la sua preferenza ad Aristarco di Samo. Altri destinano questo posto a Tolomeo di Alessandria. Gli scritti di Ipparco, superati da quelli successivi di Tolomeo, non ebbero l'attenzione degli amanuensi, che non li preservarono. A noi e' pervenuto solo il "Commento contro i fenomeni di Arato e Eudosso" (140 a.C. circa).




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