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ASTROLOGIA E ASTRONOMIA NELL'ETA' DELLA RIVOLUZIONE SCIENTIFICAdi Ornella Pompeo Faracovi |
Uno schema storiografico abbastanza consolidato suggerisce l'esistenza di un rapporto diretto fra la nascita dell'Astronomia moderna (con quella che si e' convenuto chiamare la rivoluzione copernicana), e la crisi dell'Astrologia.
Il riconoscimento della rilevanza culturale dell'astrologia nel mondo antico, medievale e rinascimentale puo' cosi' immediatamente saldarsi con il suo ridimensionamento, e l'Arte di Urania essere descritta come una disciplina indissolubilmente legata alla antica visione del mondo. Su questa stessa linea, in molti lavori, anche recenti, di storia delle idee, alle origini della cultura moderna viene collocato un percorso dello stesso tipo di quello che si ama indicare come il passaggio dalla magia alla scienza. Nell'Astrologia si vede nient'altro che una sorta di astronomia arcaica, carica di elementi superstiziosi ed occultistici, che avrebbe perso tutta intera la sua plausibilita' al costruirsi di un approccio rigorosamente scientifico allo studio dei movimenti planetari. Dopo aver attratto, per secoli, l'attenzione dei filosofi e degli scienziati, aver ispirato opere letterarie ed artistiche, inciso in profondita' sull'iconografia, l'immaginario collettivo, il sentire e il linguaggio comuni, l'Astrologia avrebbe conosciuto un irrimediabile processo di estinzione. Essa resterebbe completamente fuori dal mondo moderno, potendo al massimo sopravvivere alla stregua del residuo arcaico ed oscurantistico di un passato concluso(3). Il suo antico splendore, e il successivo inesorabile declino, fornirebbero una ulteriore conferma elle magnifiche sorti e progressive che presiederebbero, pur fra problemi e difficolta', al cammino compiuto dallo spirito umano nel passaggio dalla superstizione alla ragione, dal mondo magico a quello scientifico. Questa lettura rassicurante ha pero' il difetto di rivelarsi presto assai fragile. Indubbiamente nell'eta' moderna l'Astrologia ha conosciuto un declino che le ha irrimediabilmente sottratto la posizione di straordinario prestigio rivestita per secoli all'interno della cultura dell'Occidente. E' una crisi che data piu' o meno dalla meta' del secolo XVII, da quando cioe' l'Astrologia venne espulsa dalle universita', dopo avervi a lungo goduto di un posto d'onore. Sse riflettiamo su questo dato, ci accorgiamo improvvisamente che e' intercorso un intero secolo fra il punto di avvio della rivoluzione copernicana, l'uscita del De Revolutionibus orbium coelestium (1543), e la perdita di prestigio dell'Astrologia, che quella rivoluzione dovrebbe aver provocata. Un secolo e' una distanza temporale abbastanza notevole da far nascere quanto meno il dubbio che il nesso fra i due eventi si sia configurato in termini diversi da quelli suggeriti da certa storiografia. Si potrebbe certo avanzare l'ipotesi che in quei cento anni l'Astrologia abbia continuato ad attrarre l'attenzione di studiosi rimasti ancorati alla vecchia immagine dell'universo, cedendo il passo solo quando la nuova Astronomia ebbe infine trionfato anche nella coscienza comune. Le cose tuttavia non stanno cosi': fra Cinquecento e Seicento, i massimi esponenti della nuova Astronomia non solo non hanno respinto l'Astrologia, ma l'hanno addirittura personalmente praticata.
Cio' che conta per l'astrologo sono le posizioni planetarie viste dalla Terra; che l'ipotesi astronomica di riferimento sia geocentrica o eliocentrica e', dal punto di vista della tecnica astrologica - come ben compresero Copernico, Galileo e Keplero - del tutto indifferente. Ma le pagine di Galileo richiamano la nostra attenzione anche su altri aspetti, anch'essi assai importanti, della questione. Dall'oroscopo della figlia Virginia, Galileo fa scaturire un profilo di questo tipo la ragazza e' «solitaria, taciturna, parca, attenta ai propri interessi, gelosa, non sempre fedele alle promesse... sebbene di felice ingegno, garbo, pieta'.»(5) Una cosa e' chiara: questa indagine non veicola affatto una spiegazione degli eventi celesti, alternativa o comunque diversa da quella fornita dall'Astronomia. Cio' che essa intende fornire e' piuttosto una tecnica di analisi della costituzione del temperamento, delle inclinazioni psicologiche a partire dalle quali viene a definirsi la personalita' individuale: il terreno sul quale interviene e' quello che oggi definiremmo dell'indagine psicologica. In questo senso, Jung vide assai bene quando sostenne la necessita' di considerare l'astrologia come il compendio di tutte le conoscenze psicologiche dell' antichita'.(6) L'indagine viene condotta a partire da un'ipotesi precisa, vero e proprio asse portante dell'approccio astrologico: quella che esista un rapporto di corrispondenza fra le posizioni planetarie al momento della nascita, riportate sul piano definito dalla fascia zodiacale nella prospettiva del luogo di nascita, e le disposizioni naturali proprie di ogni singolo individuo.(7) La completa assenza di documentazione in proposito rende impossibile ricostruire con certezza il cammino attraverso il quale e' venuta storicamente formulandosi l'ipotesi astrologica di corrispondenza. e' ragionevole pensare che essa debba qualcosa all'antico mondo della divinazione, avvezzo a stringere in un nesso di cosignificanza -gli eventi sincronici: il prodursi di certe configurazioni astrali, in concomitanza con la nascita di un individuo, sarebbe significativo delle sue inclinazioni, cosi' come l'uscita di determinate carte dal mazzo del cartomante, nel momento in cui gli viene posto un quesito, sarebbe significativo dell'esito del problema in questione(8). Altrettanto ragionevolmente si puo' ritenere che alla formulazione dell'ipotesi di corrispondenza concorra una serie ripetuta di osservazioni empiriche, relative all'esistenza di inclinazioni temperamentali simili (mai identiche) presso individui nati nello stesso periodo dell'anno, e dunque in presenza di posizioni planetarie simili. Cio' che appare certo e' comunque il fatto che il termine Astrologia viene troppo spesso adoperato per designare indiscriminatamente una serie di cose che sono in realta' molto diverse fra loro.
Lo studio e la stesura di oroscopi, proprio di quella che l'antichita' indico' come Astrologia genetliaca o oroscopica, sono documentabili solo a partire dalla fine del sec. V a.C., e sono figli, con ogni evidenza, del razionalismo matematico greco.(9) L'Astrologia oroscopica, e genetliaca, si pone in rapporto di forte discontinuita' nei confronti dell' astrolatria e dell' astro mantica babilonesi, con i loro sfondi superstiziosi e divinatori. Ponendo come proprio obbiettivo primario l'analisi, certo effettuata con modalita' assai particolari, del temperamento individuale, individua un livello di intervento che, come vide gia' nel sec. II a.c. lo stoico Diogene di Babilonia, resta del tutto autonomo dall'universo della mantica, per collegarsi piuttosto ad una astronomia matematica, e a tecniche di elaborazione logica, che ne costituiscono un presupposto ineliminabile. Le potenzialita' laiche e razionalistiche dell'Astrologia oroscopica furono individuate con precisione da Tolomeo, il grande astronomo-astrologo ellenistico, cui si deve una drastica revisione della tradizione astrologica, all'insegna di una decisa battaglia contro gli usi divinatori e le interpretazioni magico-ermetiche dell'Astrologia. Fu proprio Tolomeo a impostare con la massima chiarezza la questione del rapporto fra Astronomia e Astrologia: non si puo' fare Astrologia senza conoscere con sufficiente precisione le posizioni e il movimento dei corpi celesti; l'Astrologia costituisce il versante pratico dell'Astronomia, utilizza un bagaglio di nozioni astronomiche e di tecniche matematiche, e potremmo aggiungere logico-matematiche, in vista di finalita' specifiche, diverse ma non confliggenti con quelle dell'Astronomia «pura». Perche' l'indagine astrologica sia attendibile, scrive Tolomeo, e' anzitutto necessario conoscere con precisione «i movimenti di ogni corpo celeste, del Sole e della Luna in modo tale che non sfugga il luogo e il tempo di alcun aspetto celeste».(10) Certo l'Astrologia oroscopica non esaurisce il campo delle ricerche astrologiche. In particolare, la sua elaborazione non segna la scomparsa dell'astromantica, della divinazione astrale; essa stessa e' suscettibile di usi divinatori, potendo essere intesa come uno strumento piu' sottile per quella predizione del futuro cui nelle diverse civilta' si e' atteso nei modi piu' diversi, consultando le sorti, il volo degli uccelli, le viscere degli animali, le carte o i fondi del caffe'. Lo stesso Tolomeo, che pure chiude ogni spazio per la tecnica piu' caratteristica dell'Astrologia divinatoria, quella della catarchai, finalizzata a individuare il momento piu' propizio per una determinata azione(11), non e' alieno dall'inserire nel suo Pros Ton Syron Apotelesmaticon, tanto critico nei confronti della tradizione, anche di quella egizia, cosi' intrisa di ermetismo e di magia, un intero libro dedicato all'Astrologia giudiziale, ovvero a quel tentativo di trarre predizioni di eventi collettivi dall' osservazione degli astri, che aveva caratterizzato nell'area babilonese la piu' antica divinazione astrale; per non parlare delle fitte schiere di ciarlatani, che in tutte le epoche, compresa la nostra, hanno adoperato l'Astrologia per trame improbabili, ma redditizie predizioni sul futuro di clienti poco avveduti. Il suo assetto logico-matematico, la controllabilita' delle sue procedure, la verificabilita' dei suoi risultati, fanno tuttavia dell'Astrologia oroscopica un orientamento di ricerca non indegno dell'attenzione di grandi menti scientifiche, come quelle di Tolomeo, di Galileo, e di Keplero. e' l'Astrologia oroscopica, ed ad essa soltanto, a rendere ragione dell'affermazione di Keplero, secondo la quale «nessuno dovrebbe ritenere incredibile che dalle sciocchezze e dalle assurdita' degli astrologi possa derivare un sapere utile e sano».(12) Ma se l'incompatibilita' di principio fra Astrologia e Astronomia matematica e' soltanto un mito storiografico, quali furono le ragioni del declino, cui l'Astrologia ando' incontro a partire dalla meta' del secolo XVII? Abbiamo detto che l'Astrologia oroscopica si impernia sull'ipotesi di corrispondenza: a determinate caratteristiche del cielo natale corrisponderebbero determinate inclinazioni, per cui l'analisi ben condotta del tema natale fornirebbe elementi di analisi della personalita' individuale. L'ammissione dell'ipotesi e' sufficiente all'astrologo ai fini del proprio lavoro: tecnico, non filosofo, egli non e' tenuto a chiedersi come sia spiegabile quella corrispondenza dalla quale le sue analisi prendono le mosse; pragmaticamente egli puo' accontentarsi, e spesso si accontenta, del fatto che l'analisi funzioni, consenta cioe' di dire qualche cosa di sensato in sede di analisi psicologica. La situazione non e' evidentemente la stessa per il filosofo, che voglia spiegare quel rapporto. Come, dunque, sarebbe motivabile la corrispondenza, che gli astrologi postulano, fra cielo natale e temperamento individuale? Le linee di risposta possibili sono due. Da una parte si puo' ritenere che fra posizioni astrali e eventi umani esista una sorta di armonia prestabilita, opera di una divinita' che tutto governa; che dunque attraverso la corrispondenza astrologica emerga un piano di provvidenzialita', le cui linee l'astrologo puo' rivelare fin dalla nascita dell'individuo: e' questa, schematizzando al massimo, la risposta fornita per prima dalla scuola stoica, con l'eccezione di quel Diogene che abbiamo ricordato sopra.
E' quel tipo di saldatura, per fare un unico riferimento, a rendere possibile a Tommaso d'Aquino dedicare tante pagine della Summa Theologiae al sapere astrologico, e a far proprio l'adagio secondo il quale «astra inclinant, non necessitant».(13) Sara' proprio l'interpretazione filosofica della nuova fisica, che si collochera' al centro della cultura del Seicento, piu' precisamente il meccanicismo di stampo cartesiano, con la sua distruzione della teoria aristotelica degli elementi, e la sua radicale negazione dei concetti di forza e di energia, a rendere filosoficamente insostenibile, fra gli intellettuali, l'Astrologia. e' il meccanicismo del Seicento, non l'Astronomia copernicana, che dobbiamo volgerei se vogliamo comprendere il perche' dell'eclisse tardo secentesca dell'Astrologia dell'ostracismo allora pronunciato nei confronti dell'antica arte dal mondo della cultura filosofica e scientifica. Tuttavia, come ben sappiamo, nemmeno quell'ostracismo ha segnato la fine di questa disciplina, che si e' invece lentamente riproposta all'attenzione degli intellettuali, soprattutto negli ambienti piu' sensibili ad una visione della natura che faccia spazio ai temi delle energie, delle forze, delle reciproche attrazioni: Goethe, e l'attento studio da lui dedicato al proprio tema natale, ne sono un esempio illuminante. Ma sara' tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento che l'Astrologia tornera', pur se in cerchie assai piu' ristrette che in passato, ad essere coltivata sistematicamente. Sara' alla elaborazione statistica che si affideranno allora quanti cercheranno di reimpostare il problema del controllo empirico delle diagnosi astrologiche; mentre sara' a ricerche di fisica, e di astrofisica, come quelle sul magnetismo terrestre, sulla radiazione protonica solare, sul «tempo radio», sugli orologi cosmici, le code magnetiche ecc., che si guardera' in vista delle possibilita' di pensare in termini nuovi l'antico tema dell'influenza cosmica.
- Conferenza tenuta l'11 Novembre 1993 presso il Dipartimento di Fisica dell'Universita' degli Studi di Milano - pubblicata su "Linguaggio Astrale" n. 94 - edito dal CIDA -
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